2005: l’attacco alla lingua piemontese
La speculazione politica portò alla presentazione di proposte di legge integrative o sostitutive dell’allora vigente Legge Regionale 26/90, anche per strumentalizzare la disparità di trattamento del piemontese rispetto alle altre lingue storiche del Piemonte.
2006/2007: il piemontese “sparisce” dalle proposte di legge
Il 5 Marzo 2006 Gioventura Piemontèisa organizzò presso la propria sede (con l’intervento della Regione Piemonte, che poi si rivelò esclusivamente “formale”) un primo confronto fra gli operatori culturali e il mondo politico, con gli autorevoli interventi di Tavo Burat e Giampaolo Sabbatini. Un dialogo fra sordi che sortì solo l’effetto di far assumere maggiore coscienza a coloro i quali sono impegnati per il futuro della nostra lingua.
2007: le prime iniziative e la proposta alternativa
► Gené 2007 – Siamo di nuovo al “no, tu no!”
► Gené 2007 – Na lòta contra l’ignoransa e për l’autonomìa democràtica con un articolo di Tavo Burat e la cronistoria dell’avventura legislativa della lingua piemontese dal 1970.
► Fërvé 2007 – La lej i la foma noi! Gioventura Piemontèisa propone direttamente un’altra proposta di legge e ipotizza una prima raccolta di firme.
► Fërvé 2007 – Il Consiglio Regionale non cancelli il piemontese: il linguista prof. Guiu Sobiela-Cannitz scrive alla Regione Piemonte.
► 17.2.2007 – Gioventura Piemontèisa promuove un comitato per la presentazione della legge alternativa
► Mars 2007 – Non ci caschiamo più: si coinvolgono i Comuni nella definizione della Proposta di Legge alternativa di Gioventura Piemontèisa; la risposta di Tavo Burat al tentativo di difesa dei promotori dei progetti regionali.
2007/2008: aderiscono oltre 200 Comuni piemontesi
► GIOVENTURA PIEMONTÈISA HA PROMOSSO LA PRESENTAZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE N. 527 PER LE LINGUE STORICHE DEL PIEMONTE
► Il testo completo della Proposta di Legge alla Regione n. 527
► La Relazione alla Proposta di Legge regionale 527
► Elenco dei Comuni che hanno aderito alla proposta di legge
► La differenza fra la 527 e le altre proposte di legge
► Gené 2009 – L’annuncio su “Gioventura Piemontèisa”
► La lingua: cuore del Piemonte (Roberto Saletta, Gioventura Piemontèisa 1/2009)
► Opzione zero per la lingua piemontese (Roberto Saletta, Gioventura Piemontèisa 1/2009)
► La prima tutela di una lingua è il coraggio di nominarla come tale (intervista a Tavo Burat)
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Nel Giugno 2008 i Sindaci dei Comuni promotori vengono ascoltati dalla VI Commissione del Consiglio Regionale, che trasmette il testo al Consiglio stesso.
2009: la proposta 527 neanche presa in considerazione
Le proposte di legge vanno in votazione. Nella seduta del 31 marzo 2009 la proposta 527 viene buttata via in seguito all’approvazione di un ordine del giorno di “non passaggio al voto”.
La volontà del 12% dei cittadini piemontesi (mezzo milione di persone) e del 20% dei Comuni non è stata quindi nemmeno presa in considerazione, ed è stato privilegiato un accordo fra partiti.
La nuova legge (la L.R. 11/2009) che sostituisce la vecchia 26/90 è una legge ampiamente peggiorativa, confusa e sostanzialmente inappllicabile.
Così la politica regionale ha soppresso l’unica legge che – sebbene largamente inapplicata – in qualche modo sosteneva la lingua piemontese.
► Contrari al Piemonte (Carlo Comoli, Gioventura Piemontèisa n. 2/2009)
► Le considerazioni (Gioventura Piemontèisa n. 2/2009)
L’unico aspetto positivo della nuova Legge 11 è un riconoscimento più esplicito per la lingua piemontese, con la stessa dignità rispetto alle altre lingue storiche del Piemonte. Proprio su questa parificazione il Governo italiano ricorrerà alla Corte Costituzionale, in modo da continuare a fare in modo che il piemontese non venga né riconosciuto né tutelato.
► Sull’impugnativa del Governo e la sentenza della Corte Costituzionale
Il PdL 527 è stato ripresentato in questa legislatura: vedere la sezione «PdL 8 (2010).